Augusto Righi (continua)
Obiettivo
centrale delle successive ricerche di Righi fu quello di trovare
un'inoppugnabile conferma della teoria elettromagnetica della luce di
Maxwell,
ancora non compiutamente accettata. La morte prematura di Hertz aveva
determinato un momentaneo arresto della ricerca sperimentale sulle onde
elettromagnetiche. Le conferme di
Hertz erano venute usando radiazione di
lunghezze d'onda
di poco inferiori al metro. Righi intese corredare le conoscenze acquisite
fornendo un'estesa documentazione sperimentale delle proprietà
ondulatorie della radiazione elettromagnetica. Per poter realizzare apparati
sperimentali adatti allo scopo occorreva sperimentare con radiazione di
lunghezze d'onda
marcatamente minori di quelle usate da Hertz. Egli utilizzò lunghezze d'onda
fino a 2,5 cm, aprendo così la ricerca nel campo delle microonde.
Egli fornì un resoconto completo di queste suoi esperimenti nell'opera, dal titolo significativo, Ottica delle oscillazioni elettriche (1897). In essa egli riportava, inoltre, indicazioni su come produrre onde elettromagnetiche di diverse lunghezze d'onda e su come riuscire a trasmetterle a distanza sempre maggiori. La massima distanza indicata da Righi era di circa 25 metri, probabilmente la lunghezza di un corridoio di cui poteva disporre. In questi studi si colgono tutte le premesse per lo sviluppo di una telegrafia senza fili (un sistema di comunicazione telegrafica su filo era stato realizzato da Samuel F.B. Morse fin dal 1837). Chi volle e seppe sviluppare tecnicamente l'idea fu Guglielmo Marconi. È un dato di fatto che Marconi trasse profitto da un prolungato contatto con Righi: egli infatti, negli anni che vanno dal 1892 al 1895 seguì le lezioni di Righi, dal quale ottenne anche il permesso di frequentare il suo laboratorio.
Fig. 6: Augusto Righi nel
suo laboratorio.
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