OGM e soglie di tolleranzaAd aggravare la situazione tecnico-produttiva che caratterizzerà il settore biologico nei prossimi anni, concorrerà sicuramente la necessità di stabilire norme sulla "coesistenza tra agricoltura transgenica e convenzionale", nonché quelle relative alle "soglie di tolleranza di OGM nelle sementi". Gli (OGM) Organismi Geneticamente Modificati, che sarebbe meglio chiamare "Organismi Transgenici", sono definiti da una Direttiva dell'Unione Europea come "un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale". Di fatto, attraverso l'ingegneria genetica è possibile inserire in vegetali geni di animali o di batteri, che determinano la produzione di proteine che conferiscono alla pianta particolari proprietà (resistenza agli insetti, resistenza ai diserbanti, ecc.). Purtroppo, però, non sono ancora state fatte sufficienti indagini epidemiologiche volte a dimostrare la salubrità di questi alimenti, per cui il consumatore italiano è diffidente e secondo le ultime indagini circa il 70% degli intervistati ha dichiarato di non voler mangiare alimenti OGM. Uno dei vantaggi
delle coltivazioni transgeniche è la possibilità
di ottenere un raccolto con un minor contenuto di
aflatossine,
sostanze ritenute molto pericolose per la salute umana, mentre uno dei pericoli
maggiori è il rischio di originare inquinamento genetico. Gli attuali OGM hanno,
infatti, tutti "transgeni
costitutivi", che si esprimono in ogni parte della pianta, anche nel polline.
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