Domande & risposte
- I termini
"agricoltura biologica" o "agricoltura ecocompatibile" sono equivalenti?
Esistono diverse forme di agricoltura "integrata, guidata, biodinamica,
ecc.", ma per convenzione si definisce biologica solo quella che rispetta i contenuti del
Reg. CEE 2092/91. Per cui "ecocompatibile" non significa Biologica, ma
significa che utilizza tecniche a minor impatto ambientale.
- In un paese in via di sviluppo, ad es. Africa,
la preoccupazione principale è produrre maggiori quantitativi di cibo, come si inserisce l'agricoltura
biologica in questo contesto?
I problemi di sottoalimentazione di determinate aree del pianeta (Africa,
India, ecc.) sono legati non solo ed esclusivamente a una carenza di
quantità di cibo, ma anche a problemi interni di carattere economico e
politico. Pertanto, alleviare il problema alimentare di queste popolazioni
significa prima di tutto eliminare la povertà e le motivazioni
socio-politiche
(soprattutto guerre)
che impediscono loro di raggiungere accettabili livelli di alimentazione.
Per esempio, alcuni Paesi che manifestano problemi di sottoalimentazione
sono esportatori mondiali di cereali e questo significa che il prezzo di
mercato interno è inferiore al prezzo mondiale.
Adottare l'agricoltura biologica in alcuni Paesi in
via di sviluppo potrebbe voler dire affrancarsi dalla dipendenza
tecnologica che in questi ultimi anni ha caratterizzato l'agricoltura dei
Paesi industrializzati. Questi Paesi, infatti, sono molto spesso costretti
ad importare materie prime (fertilizzanti, sementi, antiparassitari, ecc.) necessarie alla
coltivazione agricola.
- Le culture OGM
sono pericolose per la salute umana?
Non ci sono prove per la
pericolosità sulla salute umana. Le piante transgeniche disponibili presentano
però dei geni di
resistenza agli antibiotici, che potrebbero determinare, col tempo, problemi
per il nostro organismo.
- L'Università di
Bologna svolge studi o ricerche nel settore dell'agricoltura Biologica?
Quali?
La Facoltà di Agraria di Bologna (Dipartimento di Economia
e Ingegneria Agraria –
DEIAgra) è
attualmente coinvolta in uno dei più importanti progetti di ricerca, a
livello nazionale, per la valorizzazione e la promozione della
competitività delle imprese biologiche. Tale obiettivo nasce
dalla necessità di garantire un sistema agro-alimentare che esprima un
alto valore di tutela verso i rischi per la salute del consumatore e un
più corretto utilizzo delle risorse ambientali (uno dei punti centrali del
Programma Nazionale di Ricerca sull'Agricoltura Biologica).
RISBIO (Ricerca di Strategie per sostenere la competitività delle imprese
biologiche) è uno studio di tipo socio-economico di durata biennale
finanziato interamente dal MIPAAF (Ministero Italiano delle Politiche
Agricole, Agroalimentari e Forestali), che vede la partecipazione, accanto
al Coordinatore del progetto (Prof. Claudio Malagoli del DEIAgra
dell'Università degli Studi di Bologna), di 5 unità operative (Sezione di
Estimo rurale del DEIAgra dell'Università degli Studi di Bologna –
Prof. Maurizio Canavari e Dott. Gianluca Nigro,
CINSA
dell'Università Cà Foscari di Venezia – Dott. Marco Benedetti,
OBSERVA
- Prof. Giuseppe Pellegrini,
La Naturaviva Sas
- Dott.ssa Paola Paccini,
CRPV - Net-Agree srl - Dott.
Alvaro Crociani e Dott. Gian Luca Barchi), che possono annoverare
significative competenze economiche, sociologiche e comunicazionali, in
grado di originare quelle sinergie fondamentali per fornire risposte
adeguate allo sviluppo dell'agricoltura e dell'alimentazione biologica.
RISBIO si
propone di individuare gli elementi di informazione che il consumatore
ritiene importanti per la propria sicurezza e restituire tali esigenze
alle imprese biologiche che intendano produrre alimenti di qualità e,
contemporaneamente, realizzare un percorso informativo lungo la filiera
produttiva, in grado di monitorare le fasi critiche della produzione e
fornire agli operatori coinvolti un ritorno sulle caratteristiche del
proprio prodotto.
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