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Per l'espansione del settore biologico non è da sottovalutare il fatto che il consumo è
fortemente influenzato dalle garanzie di "genuinità" che il marchio di vendita è
in grado di offrire al consumatore. Per questa ragione è necessario che alla
base del rilascio dei suddetti marchi vi sia un sistema di certificazione
efficace ed efficiente fondato su controlli ed ispezioni presso le aziende
produttrici, presso i magazzini di condizionamento (frigoriferi) e di conservazione, presso le
strutture di trasformazione e presso i negozi di vendita al dettaglio.
A proposito dei marchi commerciali, si rileva che attualmente sul mercato del
prodotto biologico ne operano una miriade. Tali marchi sono caratterizzati per
la gran parte da una modesta entità di quantitativi commercializzati e
conseguentemente di fatturati, per cui da parte dei titolari è praticamente
impossibile mettere a punto efficaci azioni promozionali aventi lo scopo di
indirizzare il consumatore verso i loro prodotti. Si aggiunga poi che il
sovrapporsi di marchi diversi (in una medesima confezione si possono trovare
quello del produttore, quello dell'impresa di commercializzazione, quello
dell'organismo di coordinamento regionale, quello dell'organismo di
coordinamento nazionale e quello dell'organismo di coordinamento
internazionale), nonché la presenza di marchi specifici per le coltivazioni in
conversione (periodo che deve intercorrere durante il passaggio dall'agricoltura
convenzionale a quella biologica), non fanno altro che creare confusione nel
consumatore, il quale, diffidando del comportamento a volte "scorretto" di
talune imprese commerciali, può essere spinto ad evitare di acquistare quel
prodotto che non gli fornisce reali garanzie di qualità (asimmetria
informativa).
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