Agricoltura
ecocompatibile
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Fig. 1: Un articolo di cronaca del 2003
durante le proteste per le produzioni contigentate di latte (9 dicembre
2003).
(Credit: www.repubblica.it) |
La tendenza verso un tipo di agricoltura "ecocompatibile" è
oggigiorno sempre più sentita, anche perché le finalità e gli obiettivi dell'agricoltura
dei Paesi sviluppati non rispecchiano più le esigenze della collettività.
Principalmente per quattro ordini di motivi:
-
siamo in
presenza di produzioni eccedentarie rispetto alle esigenze del mercato, tanto
che gli agricoltori ricevono contributi per non coltivare i terreni (set-aside),
molte produzioni sono contingentate (quote latte, quote pomodoro, ecc.) e a
volte siamo costretti a distruggere le produzioni in eccesso al fine di evitare
paurosi crolli del prezzo di mercato;
-
in un'ottica di sviluppo sostenibile l'obiettivo della salvaguardia dell'ambiente,
e quindi delle risorse non rinnovabili, è divenuto prioritario rispetto ad altri
(da questo punto di vista l'agricoltura può dare un forte contributo, tanto che
si parla di "multifunzionalità dell'agricoltura");
- con l'intruduzione delle
moderne macchine agricole,
siamo in
presenza di un forte calo di coltivatori, con fenomeni di esodo rurale
e di conseguente degrado del territorio, soprattutto nelle aree più svantaggiate
in cui maggiori sono i problemi di tutela dell'assetto idrogeologico;
- il
consumatore, come si è detto, manifesta sempre maggiori esigenze in merito alla
qualità del prodotto alimentare, con particolare riferimento alla componente
salutistica, intendendo con questo termine soprattutto l'assenza di residui di
sostanze chimiche di sintesi.
Nella suddetta situazione, diviene di primaria importanza, per la nostra società,
la necessità di impostare processi produttivi in grado di ottenere alimenti
qualitativamente validi, in quantità accettabile per non aggravare ulteriormente
i prezzi di mercato, mediante l'utilizzazione di tecniche di produzione che
siano caratterizzate da un basso impatto ambientale. I prodotti dell'agricoltura biologica, che, al di là delle polemiche
sul loro contenuto di aflatossine
(tutte da verificare, in quanto lo sviluppo di queste micotossine
interessa anche le coltivazioni convenzionali ed è correlato alle condizioni di
conservazione), per le caratteristiche già evidenziate, soddisfano pienamente il
desiderio di "salubrità" e di salvaguardia dell'ambiente manifestato dai
consumatori.
Fig. 2: Borgo rurale in vendita |
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Fig. 3: Campo incolto
(Credit: Wild Flowers) |
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