Le stelle di neutroni
Le stelle con massa iniziale compresa tra 8 e 25
masse solari
concludono la loro evoluzione come oggetti eccezionalmente densi: le stelle di
neutroni (NS). Per avere un'idea della loro densità basti pensare che un cm3
di stella di neutroni contiene in media una massa pari a quella di un km3
di acqua, cioè di un miliardo di tonnellate.
Una stella produce energia per mezzo di
reazioni termonucleari
trasformando l'idrogeno e l'elio iniziali in elementi sempre più pesanti: 4
protoni si trasformano in un nucleo di He, tre nuclei di elio in uno di carbonio,
2 nuclei di carbonio in uno di magnesio, fino ad arrivare al ferro che, essendo
l'elemento con la minima energia nucleare, non può trasformarsi in altri
elementi senza assorbire energia. Poiché le reazioni termonucleari
che coinvolgono elementi più pesanti avvengono a temperature maggiori e la
temperatura cresce verso l'interno, la stella viene ad assumere una struttura a
strati simile a quella di una cipolla, avendo il ferro al centro e l'idrogeno in
superficie.
Quando le reazioni termonucleari
non sono più in grado di fornire l'energia necessaria per mantenere la stella in
equilibrio, le regioni più interne della stella iniziano a contrarsi rapidamente. La
contrazione è accelerata da due processi:
- i nuclei di ferro sottoposti, all'urto di
fotoni gamma
estremamente energici, si spezzano in neutroni e nuclei di elio, che
successivamente si spaccano in protoni e neutroni;
- i protoni assorbono gli elettroni, producendo neutroni e neutrini; vengono
così eliminati gli elettroni che sostenevano la struttura del nucleo.
Come conseguenza la parte centrale della stella collassa in un tempo molto rapido
(50 ms). Il collasso è accompagnato dalla liberazione di un'ingentissima quantità
di energia (1053 erg), principalmente sotto forma di neutrini emessi in
pochi secondi. Il fenomeno esplosivo è chiamato
supernova di tipo II
(SN II).
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Fig. 1: Foto presa con il telescopio VLT di 8.2 metri
della Crab Nebula; tale oggetto è il risultato dell'esplosione di una SN
II apparsa nella costellazione del Toro nel 1054.
(Credit: Foto ESO) |
Una gran quantità di materia viene dispersa nello spazio a velocità di circa
15 mila km/s e si formano degli anelli in espansione (vedi Fig 2), che sono
molto più vistosi di quelli dovuti a stelle con la massa del sole.
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Fig. 2: Foto della supernova 1987a presa
nel 1995 dal
telescopio Hubble.
(Credit: Foto Nasa, STScI; 21/06/1995) |
Fig. 3: Filmato ottenuto componendo le immagini più
significaticative della supernova 1987a prese dal telescopio Hubble
fra il 24 settembre 1994 e il 28 novembre 2003. Si nota l'affievolimento
della parte centrale mentre l'anello diventa più brillante.
(Credit: Foto e filmato Nasa, STScI) |
Nel nucleo centrale resta parte della materia: se la massa del
nucleo non supera 3 volte la massa del Sole,
la contrazione gravitazionale può essere fermata dalla pressione dei neutroni e
si forma un oggetto molto denso chiamato: "stella di neutroni".
Già intuita nel 1934 da Baade e Zwicky, due anni dopo la scoperta del neutrone,
l'esistenza di stelle di neutroni fu prevista matematicamente da Oppenheimer e
Volkoff nel 1939. Esse furono osservate per la prima volta da Bell e Hewish nel
1969 come sorgenti di onde radio pulsanti periodiche: le
pulsar
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Fig. 4a: Modello di stella di neutroni: cliccando sull'immagine si possono vedere gli strati in cui è stata divisa: nucleo interno, nucleo esterno, crosta, superficie e atmosfera. (Credit: D. P. Page (UNAM)) |
Fig. 4b: Modello di pulsar: una stella di neutroni con
un forte campo magnetico inclinato rispetto all'asse di rotazione. Il
fascio di
radiazione
viene emesso lungo l'asse magnetico generando l'effetto faro, illuminando
l'osservatore due volte per ogni giro.
(Credit: Dal libro "Hight Energy Astrophysics" di M. S. Longair) |
Questo nome può trarre in inganno, infatti in realtà le stelle di neutroni
non pulsano, ma ruotano rapidamente su se stesse, producendo una specie di
"effetto faro": solo quando il fascio di luce è diretto verso la Terra, si
osserva un breve impulso di
onde radio
(a volte anche
nella banda ottica e X).
Contrariamente ad ogni aspettativa il raggio delle stelle di neutroni diminuisce
all'aumentare della massa. Dal punto di vista teorico la massa può essere
compresa fra 0.1 e 3 masse solari, tuttavia per ora sono state osservate masse
solo nell'intervallo 1.25 - 1.8 masse solari.
Alla fine del 2003 un gruppo internazionale di scienziati guidato dagli italiani
A. Possenti (Università di Cagliari) e M.
Burgay (Università di Bologna) ha scoperto
la pulsar doppia PSR J0737-3039, un sistema di due stelle di neutroni vicini
(Fig. 5), di periodo orbitale molto breve (2h 30m).
Se la massa coinvolta nel collasso supera 3 masse solari,
invece di una stella di neutroni si forma un
buco nero.
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Fig. 5: Visione e filmato artistici del sistema delle
due pulsar
PSR J0737-3039.
(Credit: Animazione INAF) |
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