Casi
particolari della riproduzione sessuata
La riproduzione sessuata si svolge
sempre nei modi descritti fino ad ora?
La risposta è
no. Infatti in alcuni periodi dell'anno, soprattutto in primavera ed estate
alle nostre latitudini, se si osservano alcune popolazioni di Invertebrati, si
scopre che tutti gli individui sono sempre e solo di sesso femminile, non esiste
traccia dei maschi, che pur si conosce siano presenti in quelle specie. E per di
più le femmine, che hanno un ciclo biologico molto breve (dalla nascita alla
maturità sessuale bastano pochi giorni), continuano a produrre uova che si
sviluppano senza essere fecondate, ovviamente visto che non ci sono maschi in
giro. Com'è possibile tutto ciò?
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Fig. 1: Nella sottospecie di Apis
mellifera del Sud Africa, Apis mellifera capensis, le operaie sono in
grado di produrre partenogeneticamente uova diploidi, sostituendo così
l'ape regina in caso di morte.
(Credit:
Science in Africa) |
Si tratta di una riproduzione virginale
chiamata
partenogenesi.
Diversi gruppi animali adottano questa strategia riproduttiva come un
adattamento a condizioni di vita molto difficili e precarie come i Crostacei,
molti Insetti, gli Acari,
i Rotiferi,
qualche Nematode.
Fig. 2: Conversazione tra due
Rotiferi.
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Fig. 3:
Artemia salina |
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Ad esempio, Artemia salina, un
piccolo Crostaceo che vive nelle acque delle saline o dei laghi salati (Great
Salt Lake, Nord-America), senza maschi perché scomparsi per sempre, si può
riprodurre solo sessualmente, quindi con meiosi, grazie appunto alla capacità
che hanno le sue uova di svilupparsi senza essere fecondate.
La partenogenesi può manifestarsi in varie maniere per cui si parla di
partenogenesi aploide
o diploide
a seconda che le uova, per meiosi,
diano alla luce individui aploidi (n), di solito di sesso maschile con spermi
ameiotici (senza meiosi) oppure diano alla luce femmine che invece sono
di solito diploidi (2n).
Ma come avviene che una cellula uovo, pur facendo meiosi e quindi diventando
aploide, può far nascere individui diploidi senza essere stata fecondata?
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Fig. 4: Cicli di riproduzione dei Rotiferi. Gli zigoti
prodotti al termine del ciclo anfigonico
costituiscono una sorta di "stadio resistente"
in grado di sopravvivere alle condizioni sfavorevoli.
(Credit:
luciopesce.net) |
Perché intervengono alcune strategie di tipo citologico che provvedono a
restaurare la diploidia nell'uovo vergine. Come ad esempio duplicando il
corredo cromosomico prima della meiosi, oppure con l'entrata nell'ovocita
meiotico di un globulo polare col suo assetto cromosomico (n) oppure fatta la
meiosi, l'ovocita inizia la segmentazione dividendosi in due cellule figlie,
che, invece di continuare nella divisione, si uniscono sommando i propri
corredi cromosomici (n+n).
Alle nostre latitudini esistono cicli di
riproduzione partenogenetica alternati stagionalmente a cicli anfigonici, è il
caso di piccolo Artropodi spesso fitoparassiti, che in primavera/estate si
riproducono per partenogenesi diploide, dando diverse generazioni di femmine.
Una popolazione di sole femmine è in grado di occupare una nicchia ambientale
in un tempo molto più rapido di una con maschi (i maschi non fanno figli)
perché tutti gli individui sono fertili, quindi il numero degli individui
aumenta esponenzialmente anche se la variabilità genetica tende a ridursi. Ma
verso la fine dell'autunno ritornano a comparire i maschi, grazie a una
partenogenesi aploide, e quindi verso l'inverno queste popolazioni ritornano
all'anfigonia, che garantisce il massimo di rimescolamento genetico e quindi
una maggior variabilità per meglio rispondere ai problemi ambientali.
Gli autori americani usano chiamare la
partenogenesi "unisexual reproduction" proprio per accentuare il carattere di un'unica
sessualità.
Sempre fra i Crostacei e soprattutto
in molte piante, c'è anche una diversa allocazione delle sessualità maschili e
femminili, poco diffusa ma comunque conosciuta che prevede che le popolazioni
siano costitute da individui ermafroditi e da maschi. Si tratta di
androdioeicia (dal greco andròs-dioikos) cioè due case per i maschi, cioè
per i gameti maschili che oltre che nei maschi, ovviamente, si trovano anche
negli ermafroditi che presentano entrambe le sessualità. Non è noto il valore
adattativo dell'androdioeicia, se non come un tentativo di resistere alla forte
pressione selettiva contro i maschi, e quindi alla loro scomparsa dall'ambiente.
Fig. 5: Insetto stecco |
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Abbiamo casi particolari
legati alla sessualità anche negli ibridi.
L'ibridazione naturale fra
specie diverse si verifica abbastanza di frequente. Questi ibridi si possono
riprodurre a loro volta, oltre che per partenogenesi, anche per ibridogenesi, diventando individui
ibridogenetici o ibridogeni, più comunemente di sesso femminile,
perchè i maschi sono rari e sterili. Le femmine ibridogenetiche producono uova
aploidi che però contengono il solo set cromosomico della specie materna, avendo
prima scartato il corrispondente set derivato dalla specie paterna. Tali uova
vengono fecondate dai maschi presenti della specie paterna, ricostituendo così
ad ogni generazione l'ibrido di tipo iniziale: si mantiene quindi invariato il
complesso genetico materno mentre varia quello paterno (ibridi emiclonali). La
nuova generazione ripete poi lo stesso processo riproduttivo. Questo modalità riproduttiva è nota negli in
insetti stecco, in pesci e rane.
Quando per qualsiasi ragione non si sviluppa
un individuo ibridogenetico, da un uovo inseminato con più spermi (polispermia
fisiologica), può originarsi una discendenza di sola derivazione paterna, per
fusione di due teste spermatiche, realizzando così l'androgenesi
naturale.
Questa modalità è nota per gli insetti stecco, un gruppo di molluschi ed
un cipresso sahariano.
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