Perchè viene studiata la sessualità in specie animali?
Uno dei principali motivi per
cui viene studiata la sessualità negli animali è che ancora non si conoscono, per molte specie, né la reale sessualità, né i meccanismi di
determinazione del sesso. Essendo queste due caratteristiche fattori tanto
importanti per la vita di tutti gli organismi, è necessario che la loro
conoscenza sia il più estesa possibile, perché la biologia animale ha bisogno
di questo. A Bologna lo studio della sessualità animale fu incentivato dal prof.
Enrico Vannini, ordinario di Zoologia dal 1957 al 1985.
La sua scuola ha
affrontato problematiche riguardanti la riproduzione e la sessualità degli
animali, con particolare riguardo agli aspetti della morfogenesi
gonadica e del differenziamento sessuale negli Anfibi. Tali campi di ricerca
si riferiscono a fenomeni generali degli organismi viventi, che come tali si
moltiplicano trasmettendo nel tempo il loro patrimonio genetico con
un'iterazione complessa tra conservazione e variazione che ha prodotto e
produce l'adattamento. La distinzione tra determinazione del sesso e
differenziamento sessuale della gonade è il risultato di una imponente mole di
indagini cui Vannini e la sua scuola hanno contribuito validamente con più di
mezzo secolo di intensa attività sperimentale, dalla quale emergono tra l'atro
chiare indicazioni di una sorta di primogenitura del sesso femminile rispetto
a quello maschile. Il primo sarebbe infatti il sesso di base e il secondo
quello derivato: in altre parole i maschi possono essere considerati come
potenziali femmine secondariamente modificati.
Fig. 1: Il Triops è un genere di
Crostacei Branchiopodi Notostraci. Possiede tre occhi: due occhi composti
e un occhio naupliare tra gli altri due.
(Credit:
Zooillogix) |
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Da alcuni anni, al Dipartimento di Biologia dell'Università di Bologna,
viene studiata la sessualità nei Crostacei Branchiopodi Notostraci
e nei Concostraci.
Fig. 2: Limnadia lenticularis: Crostaceo
Concostraca
(Credit: Foto: K. Herklotz) |
Perché vengono studiati questi animali? E qual è l'interesse di questa
ricerca?
Questi Crostacei sono tutti animali molto antichi probabilmente di 200 milioni
di anni e proprio perché hanno conservato molti caratteri primitivi sono
considerati fossili viventi, soprattutto il Triops. Carattere comune dei
Branchiopodi è stata la capacità di colonizzazione di habitat estremi.
Fig. 3: Artemia salina nelle saline di Cervia
(Ravenna). Il colore rosso è dovuto al basso contenuto di ossigeno
nell'acqua che rende alto il tasso di emoglobina dell'artemia.
L'emoglobina ha il colore rosso.
Clicca sull'immagine per ingrandirla.
(Credit:
Captain's
Universe) |
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Un
esempio è rappresentato da Artemia salina unico animale noto per la sua capacità di vivere in acque salate come quelle
delle saline (vedi saline di Cervia). Altri ambienti estremi colonizzati dai
Branchiopodi sono le acque dolci temporanee (pozze di acqua piovana,
affossamenti del terreno dovuti al carattere geologico del terreno, ambienti
agricoli come le risaie), che sono caratterizzate dalla precarietà della loro
esistenza e quindi estremamente instabili, perché soggette a fattori
climatici. Carattere costante e comune a tutti questi ambienti è comunque la
loro disidratazione e conseguente essiccamento. Questo comporta negli animali
che vivono in queste acque la capacità di creare strategie adattative molto
efficaci per poter sopravvivere in un ambiente elevatamente instabile e si può
affermare che per questo hanno avuto un grande successo evolutivo, se riescono
a farcela da 200 milioni di anni! Animali acquatici, che sopravvivono al
disseccamento per oltre 12 anni, rappresentano un ottimo modello per studiare
i meccanismi legati alla riproduzione e quindi alla sessualità, che ne è la
causa prima. Per questo sono oggetto dei nostri studi sulla sessualità.
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