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Giacomo Ciamician
(Marco Taddia)

 


Fig. 1: Ciamician al tempo della sua chiamata a Bologna.
(Credit: Raccolta museale del Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" dell'Università degli Studi di Bologna)

Non capita spesso, nemmeno oggi, che un giovane scienziato straniero, futuro Nobel per la Chimica, ambisca di  lavorare nel laboratorio chimico di un professore italiano. Figuriamoci alla fine dell'Ottocento! Invece era proprio questo il desiderio che Richard Martin Willstätter, (premio Nobel 1915 per gli studi sulla clorofilla) espresse a Giacomo Ciamician, professore di chimica generale all'Università di Bologna dal 1889 fino alla morte, avvenuta il 2 gennaio 1922. Ciamician non l'esaudì perché imbarazzato dalla modestia del suo laboratorio. Un ostacolo che non gli aveva impedito di conquistare, specialmente come chimico organico, una posizione di primo piano in campo internazionale.
Si affermò con originali ricerche sul pirrolo e derivati, seguite da quelle sulla caratterizzazione di essenze ed estratti vegetali. A partire dai primi del '900 si occupò dell'azione chimica della luce e concluse la sua carriera occupandosi di chimica delle piante.
Abile divulgatore, fu un attivo sostenitore dell'applicazione tecnologica delle conoscenze scientifiche e, in particolare, del ricorso alla chimica a vantaggio della società.
Fu tra i primi a delineare il congedo dall'era del carbone teorizzando, tra l'altro, lo sfruttamento industriale dell'energia solare. Per questo il suo pensiero è tornato di particolare attualità oggi, in presenza di problemi che impongono una decisa revisione nella scelta delle fonti di approvvigionamento.

Ma che cosa proponeva Ciamician e perché è ritenuto un profeta dell'energia solare e un fondatore della cosiddetta chimica verde?
 


Fig. 2: New York vista dal ponte di Brooklyn, 1917.
(Credit: Wikipedia)

 


Fig. 3: Atti del Congresso Internazionale di Chimica Applicata (1912).
(Credit:
Biblioteca del Dipartimento di Chimica "G. Ciamician" dell'Università degli Studi di Bologna)

 

La risposta è contenuta nella celebre conferenza "La fotochimica dell'avvenire", tenuta l'11 settembre 1912 a New York ai delegati dell'VIII  Congresso Internazionale di Chimica Applicata. Ciamician si spinse a formulare ipotesi ardite, enunciando profezie che sembrarono sogni, ma parlò con l'autorevolezza che gli derivava da anni di brillanti ricerche di laboratorio completate, nel primo decennio del secolo, da una nutrita serie di esperimenti pionieristici e sistematici inerenti l'azione della luce solare sulle sostanze organiche.


Fig. 4: Immagine del sole.




 

(Giacomo Ciamician - pagina 1 di 4)
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