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Intelligenza naturale ed artificiale

L'analogia fra computers e cervello ha affascinato l'umanità e gli scienziati fin dalla costruzione dei primi "cervelli elettronici". Il padre della moderna intelligenza artificiale, Alan Turing, elaborò fin dal 1950 un ipotetico test cruciale in grado di definire il raggiungimento da parte di un computer di un livello di intelligenza, non solo computazionale, ma anche emozionale paragonabile a quella umana. Secondo il test di Turing tale raggiungimento potrebbe considerarsi completato quando una persona che intervisti senza vederli un computer ed un essere umano non sia in grado di decidere quale sia il computer e chi l'umano. Nonostante la capacità computazionale dei computers aumenti esponenzialmente e sia stimata oggi più che raddoppiare ogni anno e nonostante alcune previsioni prevedano che un computer da 1.000 euro supererà la capacità di calcolo di tutti i cervelli umani esistenti entro i prossimi 40 anni, nessun computer ha superato fino ad oggi qualcosa di equivalente al test di Turing.
 Accanto a computers sempre più potenti ma che utilizzano meccanismi computazionali non paragonabili a quelli cerebrali, gli studiosi dell'intelligenza artificiale stanno sviluppando sistemi computazionali, quali le reti neurali, che partono dal principio fondamentale del funzionamento dei circuiti neurali, la plasticità sinaptica e la capacità di modificare la propria attività sulla base dell'apprendimento e della precedente attività. Così, i più entusiasti studiosi dell'intelligenza artificiale prevedono che nel corso del presente secolo non solo si avranno computers in grado di avere consapevolezza di sé e di sentire qualcosa di molto simile alle emozioni umane, ma ipotizzano addirittura una sempre più stretta simbiosi fra l'uomo ed un computer che abbia raggiunto il livello evolutivo non solo di una macchina intelligente ma addirittura di una macchina spirituale.