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Le malattie neuropsichiatriche
Con questo termine si
indicano malattie che alterano gravemente e spesso irreparabilmente il
comportamento e le capacità intellettive dei malati, talvolta anche in assenza
di evidenti alterazioni neurodegenerative ,
che tuttavia possono essere oggi in
molti casi rivelate dai metodi di indagine non invasivi. La forma più grave e
diffusa è rappresentata dalla
schizofrenia che comporta alterazioni profonde
della personalità con costruzione di false credenze, allucinazioni acustiche e
visive, iperattività e comportamento violento ovvero isolamento sociale ed
apatia, mania di persecuzione e tendenze suicide. Oltre che per i sintomi
comportamentali, la diagnosi di schizofrenia può essere corroborata da tecniche
di visualizzazione cerebrale che evidenziano generalmente uno slargamento dei
ventricoli cerebrali (Fig. 1).
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Fig. 1: Immagine di
Risonanza Magnetica (MRI)
che mostra la scansione del cervello di una coppia di gemelli, uno affetto
da schizofrenia, l'altro non affetto. Si noti che i ventricoli (frecce
rosse) hanno dimensioni maggiori nel gemello con schizofrenia.
(Credit: NIMH (National
Institute of Mental Health) Clinical Brain Disorders Branch) |
Diversi tipi di
depressione e di sindromi maniaco-depressive colpiscono oltre l'1% della
popolazione e danno gravi problemi sia di ordine sanitario che socio-economico,
soprattutto nei casi più gravi che possono presentare sintomi in parte
sovrapponibili a quelli della schizofrenia e compromettere la capacità
lavorativa e le relazioni sociali dei pazienti. Anche in questi pazienti i
metodi di indagine non invasiva dell'attività cerebrale possono essere di
aiuto come dimostra la Fig. 2 che
visualizza la minore attività di ampie aree cerebrali in un paziente depresso
(a destra) rispetto ad un controllo normale (a sinistra), le zone di colore
giallo e rosso marcano le aree maggiormente attive. Sia la schizofrenia che le
forme depressive sono collegate ad alterazioni dell'attività di specifici
neurotrasmettitori in diverse aree
cerebrali. Sono disponibili per la cura, ma forse sarebbe meglio dire per il
controllo efficace dei sintomi, un'ampia batteria di farmaci (spesso indicati
collettivamente come psicofarmaci), il cui uso richiede una costante e puntuale
sorveglianza medica.
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Fig. 2: Immagine PET del cervello:
confronto fra un paziente depresso (destra) rispetto ad un controllo
normale (sinistra).
(Credit:
Medical
University of South Carolina (MUSC) - Center for Advanced Imaging Research (CAIR))
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