Gian Domenico Cassini (continua)
Con questo strumento, che chiamò "eliometro", Cassini intendeva determinare la lunghezza dell'anno solare, mediante la misura del tempo trascorso tra due passaggi successivi del Sole all'equinozio di primavera, per verificare la correttezza della riforma gregoriana del calendario. Ma, soprattutto, voleva risolvere la controversia tra coloro che, seguendo Aristotele e Tolomeo, ritenevano il moto del Sole circolare e uniforme, intorno alla Terra immobile, e coloro che ritenevano, invece, seguendo Copernico e Galilei, che la Terra fosse in moto intorno al Sole e che il moto del Sole fosse, quindi, solo apparente.
Il Sole, in effetti, sembra muoversi in cielo più lentamente d'estate che d'inverno e proprio d'estate si trova alla massima distanza dalla Terra. Era questo grande allontanamento che, secondo gli antichi, faceva apparire il suo moto più lento. La II legge di Keplero, invece - dimostrata matematicamente solo alla fine del Seicento da Newton - sostiene che "la Terra ha una velocità maggiore quando è più vicina al Sole e si muove più lentamente quando è più lontana" o, più precisamente, che la linea che congiunge il pianeta al Sole descrive aree uguali in intervalli di tempo uguali ( Fig. 3).
Cassini, mediante il grande "eliometro", verificò che, nel corso dell'anno, il diametro del Sole (quindi la sua distanza) non diminuiva nello stesso modo in cui diminuiva la sua velocità, il che voleva dire che la diminuzione di velocità non era apparente, ma reale: era la prima conferma osservativa eseguita al mondo della seconda legge di Keplero.
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