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Gian Domenico Cassini     (continua)

Fig. 1: La chiesa di San Petronio con il percorso dei raggi solari dalla volta alla linea meridiana di Cassini.
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Credit: Biblioteca del Dipartimento di Astronomia di Bologna)
La realizzazione per la quale Cassini va giustamente ricordato è la grande meridiana di San Petronio, realizzata all'interno della chiesa bolognese nel 1655. Si tratta della più lunga linea meridiana al mondo: ben 66,8m, pari esattamente alla seicentomillesima parte della circonferenza terrestre.

Con questo strumento, che chiamò "eliometro", Cassini intendeva determinare la lunghezza dell'anno solare, mediante la misura del tempo trascorso tra due passaggi successivi del Sole all'equinozio di primavera, per verificare la correttezza della riforma gregoriana del calendario.

Ma, soprattutto, voleva risolvere la controversia tra coloro che, seguendo Aristotele e Tolomeo, ritenevano il moto del Sole circolare e uniforme, intorno alla Terra immobile, e coloro che ritenevano, invece, seguendo Copernico e Galilei, che la Terra fosse in moto intorno al Sole e che il moto del Sole fosse, quindi, solo apparente.

 

  Fig. 2: Il percorso della linea meridiana tra le colonne della chiesa di San Petronio.
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Credit: Foto di Fabrizio Bónoli)

Il Sole, in effetti, sembra muoversi in cielo più lentamente d'estate che d'inverno e proprio d'estate si trova alla massima distanza dalla Terra. Era questo grande allontanamento che, secondo gli antichi, faceva apparire il suo moto più lento.

La II legge di Keplero, invece - dimostrata matematicamente solo alla fine del Seicento da Newton - sostiene che "la Terra ha una velocità maggiore quando è più vicina al Sole e si muove più lentamente quando è più lontana" o, più precisamente, che la linea che congiunge il pianeta al Sole descrive aree uguali in intervalli di tempo uguali ( Fig. 3).

Fig. 3: La II legge di Keplero che descrive il moto di un pianeta intorno al Sole.

Cassini, mediante il grande "eliometro", verificò che, nel corso dell'anno, il diametro del Sole (quindi la sua distanza) non diminuiva nello stesso modo in cui diminuiva la sua velocità, il che voleva dire che la diminuzione di velocità non era apparente, ma reale: era la prima conferma osservativa eseguita al mondo della seconda legge di Keplero.

(Gian Domenico Cassini - pagina 2 di 4)
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