Il cervello: dal tessuto normale alla malattiaIl Sistema Nervoso Centrale
Il cervello, inteso come la porzione di SNC contenuta all'interno della scatola cranica, contiene circa 100 bilioni di cellule nervose (neuroni) e trilioni di "cellule di supporto, chiamate, nel complesso, glia. In questo ammasso di cellule, altamente organizzato, vengono generate molte delle funzioni, consce o inconsce, indispensabili per la nostra vita, dall'apprendimento al movimento, dal linguaggio alle emozioni, fino alla regolazione del funzionamento di altri organi, come il battito cardiaco o la respirazione.
Come descritto in http://www.scienzagiovane.unibo.it/Cervello.html, il cervello è un sistema altamente complesso e finemente regolato e, di conseguenza, tutti i fattori che in qualche modo alterino questa organizzazione, possono essere causa di degenerazione nervosa. Quali meccanismi alla base delle malattie neurodegenerative? Come molte altre patologie, anche le malattie neurodegenerative possono essere causate dalla presenza di cosiddette mutazioni in alcuni geni presenti nel nostro DNA. L'effetto di una mutazione su un gene spesso può avere l'effetto di portare alla mancata produzione di una proteina, oppure generare proteine alterate, malfunzionanti o persino tossiche per la cellula. L'effetto finale di queste modificazioni dipende dal gene interessato e dal tipo di cellula in cui esse si verificano.
Nelle malattie neurodegenerative, in particolare, mutazioni su geni funzionalmente diversi, spesso portano allo stesso profilo di degenerazione. È quanto succede quando la proteina alterata perde la sua normale conformazione e tende ad aggregarsi; questo dà origine a fibrille o placche intra- e/o extracellulari che, col passare del tempo si accrescono portando alla morte della cellula e del tessuto in cui questi aggregati si formano. La malattia di Huntington è forse l'esempio più tipico di questa classe di malattie. Qui, infatti, la causa è rappresentata da un eccesso di ripetizioni CAG nel gene dell'Huntingtina (HTT), che codificano per l’aminoacido Glutamina. La maggior parte degli individui sani hanno un numero di triplette in questo gene inferiore a 28. Nei soggetti in cui, per i meccanismi sopra descritti viene superato il numero di 36 ripetizioni, la proteina tende a formare aggregati responsabili della manifestazione della malattia. Fig. 4: La alterazione del numero delle triplette di nucleotidi CAG nel DNA si riflette, tramite i meccanismi di trascrizione in RNA e codificazione in aminoacidi, nell’aumento del numero di glutamine nella proteina Meccanismi comuni sono causa di alcune forme di Atassiaspino-cerebellare o della sindrome dell'X fragile. Un altro caso molto particolare è quello della Sindrome della Mucca Pazza, descritto ampiamente in http://www.scienzagiovane.unibo.it/muccapazza.html. La modificazione che ne deriva è una degenerazione di tipo spongiforme del cervello. Una minore percentuale di individui, possono ammalarsi di questa sindrome qualora avessero nel gene che codifica per la proteina prionica umana, una mutazione che la rendesse simile a quella alterata nel Morbo della Mucca Pazza. Se per la malattia di Huntinghton e nella Sindrome di Creutzfeld-Jacob le mutazioni di un singolo gene spiegano la maggior parte dei casi, per altre forme patologiche il quadro eziologico appare essere molto più complesso, dovuto sia alla molteplicità di geni che potrebbero essere coinvolti, sia alla loro interazione con “fattori ambientali”.
Un altro sistema ritenuto responsabile di molti casi di neurodegenerazione è il mitocondrio. Questo organello, presente in tutti i tipi cellulari del nostro corpo, rappresenta la centrale energetica della cellula, in cui i metaboliti vengono convertiti in energia. Normalmente come prodotti indesiderati di questo processo vengono prodotti i cosiddetti ROS (Radicali Liberi dell’Ossigeno), molto tossici per la cellula, che però vengono eliminati da appositi enzimi o molecole antiossidanti. In condizioni note come stress ossidativo, o danno mitocondriale, i ROS potrebbero essere prodotti in quantità eccessive o la cellula potrebbe non essere in grado di eliminarli correttamente, provocandone il rilascio nel citoplasma con conseguenti danni alle membrane, al DNA o alle proteine stesse. Anche alterazioni del trasporto assonale possono essere causa, oltre che conseguenza, della neurodegenerazione e possono derivare da malfunzionamento di mitocondri, citoscheletro oppure proteine di trasporto. Infine, un ruolo fondamentale è determinato dalla cosiddetta “morte cellulare programmata”, a cui la cellula va incontro a un processo simile a un “suicidio”, chiamato in termini scientifici “apoptosi cellulare”. Questo rappresenta un punto in cui convergono tutti i meccanismi di neurodegenerazione, ma che in molti casi può esserne anche un fattore scatenante, e ciò spiega la perdita di neuroni, quindi di materia cerebrale, visibile in pazienti malati tramite tecniche di risonanza magnetica o TAC. Le caratteristiche principali che accomunano tutte le malattie neurodegenerative sono, innanzitutto, il carattere progressivo della malattia, che converge sempre nella morte dei neuroni colpiti. Un altro aspetto comune è senza dubbio l’irreversibilità del processo che, salvo alcune preliminari osservazioni sperimentali, rende il percorso neurodegenerativo irreversibile.
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