Macchine molecolari
Le
macchine molecolari, dette anche nanomacchine per le loro dimensioni
nanometriche, sono sistemi costituiti da un numero discreto di componenti
molecolari capaci di compiere movimenti meccanici sotto l'azione di stimoli
esterni.
Per le
macchine molecolari, come per quelle del mondo macroscopico, possono essere
individuate alcuni importanti caratteristiche:
- il tipo di energia usato per fare lavorare la macchina;
- il tipo di movimento effettuato;
- il modo con cui i movimenti possono essere controllati;
- i segnali che evidenziano i movimenti stessi;
- la necessità di operare in maniera ciclica e ripetitiva;
- il tempo impiegato per completare un ciclo;
- la funzione che può derivare dai movimenti compiuti.
Nelle
macchine a livello molecolare i movimenti meccanici implicano spostamenti di
elettroni e nuclei e ciò può essere ottenuto solo se almeno uno dei componenti
molecolari della macchina è coinvolto in una reazione chimica. Occorre quindi
fornire, sotto una qualche forma, l'energia necessaria (punto 1) per far
avvenire la reazione chimica alla base del movimento meccanico, che (punto 2) può
essere di vario tipo (ad esempio, rotatorio o lineare), ed il cui controllo
(punto 3) può essere effettuato con reazioni chimiche antagoniste. I segnali in
grado di evidenziare il funzionamento della macchina (punto 4) provengono da
cambiamenti di proprietà del sistema (ad esempio, variazioni di colore) che si
verificano durante i movimenti, i quali, per permettere alla macchina di
lavorare in modo ciclico (punto 5), devono coinvolgere reazioni reversibili. La
scala dei tempi in cui si completa un ciclo (punto 6) può andare dai
picosecondi (10-12 s) alle ore, a seconda della natura chimica del
sistema e, infine, le funzioni ottenibili dal lavoro della macchina (punto 7)
possono essere le più varie.
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