Chimica supramolecolare e nanotecnologia
Ogni molecola ha proprietà intrinseche che
possono essere viste come un corredo di "informazione"
utilizzabile nell'interazione con altre molecole. Nei
sistemi
supramolecolari, costituiti da opportune combinazioni molecolari,
emergono nuove proprietà che derivano dalla integrazione delle
caratteristiche dei singoli componenti. Le proprietà
supramolecolari possono essere programmate scegliendo in modo
opportuno i componenti da assemblare.
L'ambizioso progetto dei chimici è quello di costruire dispositivi e macchine a livello molecolare
capaci di svolgere funzioni utili. Per capire cosa questo significa può
essere utile un paragone molto semplice (Fig. 1).
Per ottenere un'apparecchiatura del mondo macroscopico (per
esempio, un asciugacapelli), l'ingegnere costruisce dei
componenti (un interruttore, un ventilatore, una resistenza),
ciascuno dei quali è in grado di svolgere un'azione specifica, e
poi li assembla in modo opportuno (ad esempio,
nell'asciugacapelli la resistenza va messa davanti al
ventilatore, e non dietro). Collegando i componenti con fili
metallici secondo uno schema appropriato, si ottiene
un'apparecchiatura che, alimentata da energia elettrica, compie
una funzione utile.
Il chimico procede allo stesso modo; l'unica differenza è che
invece di manipolare oggetti macroscopici, lavora a livello
molecolare. Prima di tutto costruisce molecole capaci di svolgere
compiti specifici (come fanno, nell'asciugacapelli,
l'interruttore, la resistenza, il ventilatore) e poi le assembla
in strutture supramolecolari organizzate, in modo che l'insieme
coordinato delle azioni dei componenti possa dar luogo ad una
funzione utile.
Si tratta di una vera propria ingegneria a livello
nanometrico. I dispositivi e le macchine a livello molecolare
operano facendo muovere elettroni, atomi od intere molecole.
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