Intelligenza artificiale
Quando si nomina l'intelligenza artificiale, si pensa immediatamente a
film come 2001: Odissea nello Spazio, Blade Runner, Guerre
Stelllari o Matrix; per non parlare dei racconti di fantascenza,
primi tra tutti quelli di Asimov. In realtà l'intelligenza artificiale è un
settore scientifico e ingegneristico interdisciplinare, nel quale trovano spazio
studi sull'intelligenza, sulla
logica, robotica,
apprendimento, informatica
teorica e applicata.
In generale, è difficile fornire definizioni più precise, sia perché si tratta di una materia in forte evoluzione, sia perché essa è una disciplina di frontiera in cui s'incontrano logica, informatica, psicologia, neuroscienze e filosofia. Pertanto, piuttosto che delimitare e fornire una rigorosa definizione, si preferisce elencare e descrivere le sue caratteristiche fondamentali e le sue principali aree d'applicazione. Uomini o macchine? Una prima distinzione fondamentale, sulla quale il dibattito filosofico è acceso, è fra le cosiddette «IA debole» e «IA forte». L'IA debole considera macchine che agiscono "come se" fossero intelligenti. L'IA forte, invece, asserisce la possibilità di macchine simili all'uomo fino a possedere un'autocoscienza; in altri termini, anche l'uomo è considerato una macchina e si suppone che sia possibile costruire artificialmente altre macchine dotate delle medesime caratteristiche che noi attribuiremmo ad un essere intelligente. Tra filosofia e ingegneriaSul piano della
realizzazione, si può distinguere fra un'impostazione "funzionale" e
un'impostazione "strutturale". Secondo l'impostazione funzionale
(detta anche "comportamentistica") non importa quale struttura abbia
l'elaboratore nel quale risiede l'intelligenza. Come se l'intelligenza
fosse un programma e il cervello fosse il computer su cui tale
programma è eseguito. Addirittura, potremmo trovare altri modi per
descrivere il programma e realizzarlo, per esempio, con un diverso
circuito elettronico o con un calcolatore con componenti biologici.
Secondo l'impostazione strutturale (o anche "costruttivistica" o
"connessionistica") si vogliono ottenere le stesse prestazioni del
cervello umano riproducendo, in qualche modo, la sua struttura. Quindi,
per esempio, si studia la struttura del cervello umano e si cerca di
riprodurne le caratteristiche fondamentali per ottenere un sistema che
funzioni in maniera simile. Fig. 2: Un'immagine da una delle partite di calcio tra robot nella famosa competizione Robocup. Di seguito si riporta un saggio del Prof. Piergiorgio Odifreddi nel quale si discutono alcuni aspetti dell'intelligenza artificiale, o, per dirla come l'autore, dell'artificiale intelligente. |