Inquinamento e Salute
L'incredibile
sviluppo tecnologico registrato nel XX secolo, da un lato ha portato
indubbi benefici in termini di aumento di aspettativa e qualità della vita
nel mondo occidentale, dall'altro sta giustamente alimentando speranze di
progresso nei paesi in via di sviluppo. Sfortunatamente, una tale rapida
evoluzione
soprattutto nei più grandi paesi asiatici, sta aumentando enormemente l'impatto
dell'uomo sull'ambiente, e, di conseguenza, sulla salute.
L'industrializzazione moderna e una economia fondata sulla continua
incentivazione dei consumi di beni e servizi non sempre indispensabili, spesso
promuove sprechi e cattivi stili di vita (utilizzo smodato del mezzo di
trasporto privato, produzione crescente di rifiuti, ecc.). Il risultato è una
pressione crescente sull'ambiente dovuta ai carichi crescenti di sostanze di
ogni tipo immesse nell'aria, nell'acqua e nel suolo, l'esposizione alle quali
può determinare effetti nocivi sulla salute.
In tutti i
paesi, inclusi gli Stati Uniti d'America dove è presente la legislazione
ambientale più severa, la presenza di
inquinanti fotochimici (ozono),
monossido di carbonio,
particolato atmosferico,
ossidi d'azoto,
idrocarburi e metalli pesanti (per esempio platino, rodio e
iridio dalle marmitte catalitiche) continua a crescere in modo sempre
più accentuato.
Per quanto riguarda gli effetti di una sostanza nociva per la salute occorre precisare
che:
- questi possono essere
osservati a distanza dalle fonti dell'inquinamento,
come conseguenza della mobilità degli inquinanti nei comparti ambientali, e
- gli effetti possono essere differiti nel tempo rispetto all'avvenuta
esposizione, data la latenza con la quale può manifestarsi un danno alla salute.
Perché un effetto nocivo sulla salute si verifichi occorre che:
- l'inquinante, attraverso
ingestione, respirazione o contatto, raggiunga l'organo o il tessuto vulnerabile della persona esposta,
- il grado di esposizione o dose, espressa in unità di massa della sostanza
tossica per unità di massa corporea dell'organismo, sia tale da creare una
risposta dannosa. In
particolare, la risposta può variare con l'inquinante
e con l'individuo (sensibilità individuale che dipendente, fra l'altro, dallo stato
di salute, dal sistema immunitario, da fattori genetici, ecc.). Si possono definire due casi limite di
intossicazione, una acuta che comporta l'esposizione per un tempo limitato ad
alte concentrazioni di inquinante, ed una cronica per esposizione continuative
a piccole dosi di inquinante.
Inquinanti
gassosi hanno come via preferenziale di penetrazione nel corpo umano
la respirazione. È proprio il contatto di queste sostanze con
l'epitelio bronchiale a scatenare le prime reazioni, come irritazione agli occhi,
naso e gola, fino a giungere a tosse, asma, rinite che, con il prolungarsi
dell'esposizione, cronicizzano portando a
conseguenze sempre più serie a livello respiratorio, cardiovascolare ed anche all'insorgenza di tumori. Le persone che maggiormente risentono dell'inquinamento dell'aria
sono i bambini, le persone anziane e le persone già debilitate da malattie cardiocircolatorie e/o respiratorie.
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Fig. 2:
Allarme ambientale a Bologna nel gennaio 2003 per gli alti valori di
inquinanti gassosi e di polveri.
(Credit:
La Repubblica
11/02/03) |
Oltre agli inquinanti gassosi,
le
polveri fini
sono fra i massimi imputati per gli effetti a lungo termine sulla salute
pubblica. In
funzione del loro diametro aerodinamico, le polveri possono raggiungere gli alveoli
polmonari e qui rilasciare il loro carico di agenti tossici e cancerogeni che li
riveste, come idrocarburi policiclici aromatici ecc.
Fig. 3: Immagine al microscopio elettronico (SEM) di un filtro a fibra di
quarzo nel quale sono state raccolte polveri
sospese (PM2.5) in zona universitaria
bolognese (gennaio 2003).
(Credit:
Dr. Giuseppe Falini) |
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Fig 4: Immagine al microscopio elettronico (SEM) dello stesso
filtro di quarzo prima del campionamento. Occorre considerare il diverso
ingrandimento nelle foto di Fig. 3 e 4.
(Credit:
Dr. Giuseppe Falini) |
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