Campi elettrici e/o magnetici statici e/o variabili e più in generale le onde elettromagnetiche, esistono un po' ovunque a varia intensità, ma quelle che l'uomo può percepire con i suoi organi di senso sono poca cosa.
Dell'intero
spettro delle radiazioni elettromagnetiche
(figura 1),
che si estende per circa 25 ordini di grandezza e include onde di
migliaia di chilometri di
lunghezza d'onda
(campi quasi statici) e onde di
milionesimi o miliardesimi di
micrometri
(raggi gamma,
raggi
da sciami cosmici),
l'uomo
avverte direttamente solo le radiazioni comprese fra 0,4 e 0,9 micrometri (luce visibile),
e soltanto esponendo la retina dell'occhio. Una banda un po' più
ampia (i
raggi infrarossi)
è percepita, invece, dai nostri "recettori termici"
cutanei.
Le
interazioni fisiche e i relativi effetti biologici sono diversi per le varie
zone dello spettro e possono apportare cambiamenti temporanei o permanenti e
stimolare funzioni specifiche. Fra le più note ricordiamo la "fotosintesi
clorofilliana" per la quale sono necessari raggi
UV
di una particolare lunghezza d'onda,
molto vicina a quella che nell'uomo stimola la
produzione dei "precursori per la sintesi ossea".
Naturalmente, non sempre le sollecitazioni sono utili, e per scopi
protezionistici, si raccomanda di evitare quelle
dannose.
Esposizioni molto intense,
provocano effetti dannosi acuti evidenti e specifici
(arrossamenti, scottature) che sono un buon segnale d'allarme. Si parla di
effetti termici
sui tessuti biologici quando, l'aumentato attrito fra le molecole d'acqua,
comporta un riscaldamento tale da denaturare le molecole organiche come avviene
nella cottura nel forno a
microonde.
Per quel che riguarda la "qualità della radiazione", cioè le sue caratteristiche fisiche, si deve sottolineare che lo studio delle onde elettromagnetiche ha portato all'osservazione di un effetto curioso detto: dualismo onda-corpuscolo, secondo cui un'onda si può considerare costituita da tanti corpuscoli, i fotoni. Per basse frequenze domina l'aspetto ondulatorio della radiazione, mentre alle altissime frequenze domina l'aspetto corpuscolare. I fotoni con energia superiore a 10 eV , sono "corpuscoli" potenzialmente capaci di ionizzare la molecola dell'acqua (la più frequente negli organismi viventi), e per questo sono classificati come radiazioni ionizzanti. Operativamente, quindi, il vasto spettro delle radiazioni elettromagnetiche è distinto in due settori: IR, radiazioni ionizzanti e NIR, radiazioni non ionizzanti. Delle IR, (che hanno comportamenti simili a quelli dei fasci di elettroni, protoni, neutroni), gli effetti fisici, chimici e biologici sono già stati ampiamente studiati anche per il forte impatto delle bombe atomiche e del fall-out (ricadute radioattive) degli esperimenti nucleari in atmosfera, oltre che per il crescente uso del "nucleare" in campo industriale e, particolarmente, medico (le radiazioni ionizzanti possono essere cancerogene, ma sono anche l'arma più usata per curare tumori e neoplasie di ogni genere, specie quelle non aggredibili chirurgicamente). Elettrosmog viene riferito unicamente al settore NIR. |