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NOTIZIE DI
ATTUALITÀ scelte per voi su ScienzaGiovane |
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notizie e link interessanti [anno in corso] [2011] [2009] [2008] |
Biodiversità vegetale (G. Cristofolini e R. Giacomelli) |
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Bologna, 2/12/2010
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Il deposito del Giudizio
Universale
(S. Cecchini e B. Poli) |
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Fig.1 L'ingresso del deposito Fig.2 Una delle sale in cui sono conservate i semi Siamo a dicembre e
prima che il 2010, Anno Internazionale
della Biodiversità, volga al
termine, vorremmo parlarvi dello Svalbard Global Seed Vault,
un deposito situato su una remota isola
dell’arcipelago norvegese delle Svalbard che
custodisce sementi di tutto il mondo. Bologna, 2/12/2010
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Grafene e premio Nobel 2010 per
la fisica (S. Focardi, R. Giacomelli, V. Togo) |
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I due scienziati
russi, trapiantati nel Regno Unito, Andre Geim e
Constantin Novoselov hanno ricevuto il Premio Nobel
2010 per la scoperta del Grafene, un materiale
eccezionale composto da strati monomolecolari di
carbonio organizzati in una griglia a nido d’api
dello spessore di un singolo atomo, vedi Fig.
1a. Uno strato di grafene e’ dotato della
superficie piu’ estesa in proporzione al suo peso,
e’ impermeabile a gas e liquidi e conduce calore ed
elettricita’ meglio del rame. Uno o piu’ strati di
grafene sono il materiale piu’ sottile esistente e
nello stesso tempo il piu’resistente, Fig. 1b. I
portatori di carica elettrica presentano, a
temperatura ambiente, una mobilita’ enorme e hanno
massa efficace nulla. Questo materiale e’ in grado
di sopportare densita’ di corrente elettrica di sei
ordini di grandezza maggiori di quella del rame,
presenta una conducibilita’ termica enorme ed e’
molto resistente alle deformazioni. Gli aspetti
fisici del grafene piu’ studiati sono le sue
proprieta’ elettroniche, che sono uniche e diverse
da ogni altro sistema allo stato solido. Il doppio
strato di grafene si presterebbe a molte
applicazioni nei circuiti elettronici. Uno strato
monoatomico di grafene avvolto in forme arrotondate
da’ luogo a fullereni [ avvolto in forma cilindrica
costituisce un nanotubo di carbonio, in forma a
palla costituisce una backyball ] Fig.1c. Nel giro
di una decina di anni il grafene potrebbe sostituire
il silicio nei circuiti base dei calcolatori e in
moltissime altre applicazioni pratiche.
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Fotografare
gli animali (S. Cecchini e R. Giacomelli) |
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Bologna, 27/8/2010
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MiniDarwin in spedizione nella
foresta amazzonica (B. Poli) |
Lunedì
26 luglio 2010 è partita, con destinazione il
Brasile, la terza edizione di MiniDarwin:
un’iniziativa di divulgazione scientifica
multimediale, ideata dalla giornalista scientifica
Paola Catapano, basata sulle spedizioni di ricerca di
un gruppo di bambini tra i 7 e i 14 anni di diverse
nazionalità.
Lo scopo: far loro scoprire l’evoluzione darwiniana e le sue molteplici ricadute sulla scienza contemporanea. A seguito della prima spedizione alle Isole Galapagos, per il bicentenario della nascita di Charles Darwin, e dell’avventura sui vulcani italiani, nell’Anno Mondiale del Pianeta Terra 2008, la tappa centrale della spedizione 2010 sarà nella foresta pluviale della regione amazzonica per celebrare l’Anno Mondiale della Biodiversità. La prima tappa sarà all’arcipelago brasiliano di Fernando de Noronha (Patrimonio Mondiale dell’UNESCO),oggi uno dei principali “hot spot” di biodiversità del pianeta. Dopo una breve sosta a Manaus, capitale della regione amazzonica, presso la sede dell’ INPA (Instituto Nacional Pesquisa Amazonica) e a Tefé, la "città porta" della foresta pluviale amazzonica, i MiniDarwin raggiungeranno l'obbiettivo principale di questa spedizione: la Riserva Ecologica di Mamirauá per lo Sviluppo Sostenibile, una riserva basata su un modello innovativo di conservazione della biodiversità che protegge la zona di foresta pluviale più grande del mondo. Il viaggio, realizzato col patrocinio di "2010 Anno Mondiale della Biodiversità", il supporto scientifico di IUCN (Unione Mondiale per la Conservazone della Natura), ERASMUS MC Rotterdam e dell’ INPA (Istituto Nazionale brasiliano per la Ricerca in Amazzonia) e il contributo di Merck Serono Ginevra, coinvolge cinque bambini tra i 7 e i 13 anni di nazionalità italiana, olandese e brasiliana. In attesa di conoscere la loro esperienza attraverso un libro, il terzo della serie, a cura della GIUNTI Editoriale Scienza, oppure da un sito interattivo o da una serie di trasmissioni e reportage per i media internazionali già in programma, possiamo, sin da ora, conoscere i loro racconti sul BLOG della spedizione al seguente idirizzo: http://minidarwin.blogspot.com Bologna, 27/7/2010
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Il satellite spaziale Planck e i
processi di formazione stellare (S. Cecchini e R. Giacomelli) |
Fig.1
Foto in "luce visibile" di un
settore della nebulosa di Orione. Notare i due raggruppamenti di giovani stelle massicce. [Credit: ESA, Planck] Il satellite Planck è stato lanciato
dall'Agenzia Spaziale Europea il 14 maggio 2009. Dopo
un viaggio di due mesi ha raggiunto la sua orbita di
operazione attorno al punto L2 ed ha cominciato a
prender dati con i suoi rivelatori sensibili nella
banda da 30 a 857 GHz. Recentemente (28 Maggio 2010)
ha completato la "fotografia" del cielo a queste
frequenze facendo scansioni della sfera celeste come
quelle riportate nel video 1. Lo scopo scientifico
principale di Planck e' quello di misurare con estrema
precisione la radiazione cosmica di fondo e la sua
polarizzazione.
Fig.2
Osservazione della stessa zona di Orione da
parte del rivelatore a microonde a 30 GHz di Planck: si nota una grande nube di gas e polvere, che e’ il materiale da cui si formeranno nuove stelle. [Credit: ESA, Planck] Fig.3
Visione globale del cielo osservata da Planck:
notare il piano galattico della nostra galassia e le numerose nubi di gas a una certa distanza dal piano galattico. [Credit: ESA, Planck] Bologna, 13/7/2010
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Il Sole ad alta risoluzione
nell'ultravioletto (G. Giacomelli, R. Giacomelli, Z. Sahnoun) |
Immagine
ad alta risoluzione di una "prominenza"
alla superficie del Sole osservata nell'estremo ultravioletto, ripresa dallo spazio dal Solar Dynamic Observatory. (Credit: NASA) clicka sull'immagine per vedere il filmato Il mese scorso sono state divulgate le
prime immagini ad alta risoluzione del Sole prese
dallo spazio dal Solar
Dynamic Observatory (SDO) della NASA. La sonda
SDO fa parte di un’ampio programma della NASA chiamato
“Living with a Star” cioè “Vivere con una
stella”. Lo scopo di questo programma è di
studiare e capire meglio come l’attività del
Sole influenza la vita sulla Terra.
Il Sole non è una sfera perfetta e rigida come si poteva credere. È un astro attivo, che non solo emette luce ma rilascia anche energia e particelle cariche veloci. Queste attività sono legate al campo magnetico generato dalla rotazione turbolenta del plasma (gas di particelle cariche) che lo costituisce. Al di là delle note “macchie solari” con un ciclo undecennale, diversi fenomeni accadono: i flares (brillamenti) e gli anelli coronali ne fanno parte. Nella Fig.1 si vede, in lunghezze d’onda nell’estremo ultravioletto, un’enorme eruzione solare (detta anche prominenza solare) scaturita da una nube di plasma relativamente fredda che si estende dalla superficie solare (fotosfera) fino alla corona. Cliccando sulla figura si può vedere un filmato dell’eruzione. Nel caso di eruzioni solari violente possono essere emessi dalla corona solare getti di particelle cariche energetiche. Queste particelle quando si avvicinano alla Terra possono disturbare e anche danneggiare i satelliti artificiali, gli apparati di comunicazione e le reti elettriche. Il Solar Dynamic Observatory con i suoi molteplici strumenti ha iniziato a prendere immagini e filmati in una larga banda di lunghezze d’onda con una risoluzione senza precedenti e darà nuove informazioni importanti sull’attività magnetica del Sole. Bologna, 8/6/2010
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La Terra vista dallo spazio (L. Bruzzi, G. Giacomelli, R. Giacomelli, Z. Sahnoun) |
All’occhio umano la Terra appare come una
superficie piatta senza confini.
I primi grandi navigatori del 1400-1500 si resero conto che la superficie terrestre non poteva essere piatta e che doveva essere sferica. Ma è solo nel secolo scorso quando è avvenuta la conquista spaziale che si è riuscito a vedere la Terra come un insieme dal di fuori. Furono messi in orbita attorno alla Terra molti satelliti artificiali; poi molti satelliti furono lanciati a grandi distanze dalla Terra, anche attorno ad altri pianeti del nostro sistema solare, e l’uomo e’ andato sulla Luna. Infine è stata instellata la Stazione Spaziale Internazionale a circa 350 Km dalla superficie terrestre. Con i mezzi moderni e’ quindi ora facile osservare e fotografare la Terra da molto lontano. Cio’ permette non solo di vederla realmente come una sfera, ma anche di seguire le varie fasi di illuminazione, di vedere il moto di rotazione terrestre e anche il moto intorno al sole che la illumina. Sono disponibili molte foto della Terra osservata da distanze diverse: da grandi distanze la Terra appare come un bellissimo pianeta blu, di solito con parecchie nubi. Da distanze ravvicinate sono osservabile i dettagli di intere regioni, di grandi isole e di mari diversi e anche di molti dettagli terrestri con ottima risoluzione spaziale. E’ anche possibile scegliere foto fatte in condizioni meteorologiche speciali, in particolare senza nubi, oppure comporre un mosaico di foto particolari. In queste condizioni, di notte si osservano molto bene le zone in cui vi sono molte citta’ che emettono luce dall’illuminazione pubblica, e vedere le zone illuminate dal sole e quelle in cui il sole e’ tramontato. Clickando sulla Fig.1 vengono presentate una collezione di foto spettacolari in formato .pps, cioe’ in un formato che presenta automaticamente una nuova foto ogni qualche secondo. Bologna,
20/4/2010
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Nuovi acceleratori in terapia
medica (R. Giacomelli, G. Maltoni) |
Fig.2.
Schema del centro progettato da TERA.
Si vedono le 3 sale di trattamento con i loro 4 fasci, 3 orizzontali e 1 verticale. (Credit: TERA e CNAO) A metà febbraio 2010 a Pavia è
stato inaugurato il CNAO – Centro Nazionale di
Adroterapia. Qui si potranno curare anche i
tumori resistenti alle attuali terapie e non
raggiungibili chirurgicamente. Fasci di particelle
pesanti accelerate ad alta energia (adroni),
permetteranno di bombardare il bersaglio, anche se in
profondità, senza danneggiare altri tessuti. Si
tratta del primo Centro di questo tipo in Italia, del
quarto a livello mondiale. Dobbiamo ringraziare i
progressi nella fisica delle alte energie e gli Enti
di ricerca nazionali, quali l'INFN, ed internazionali
che hanno sostenuto le necessarie collaborazioni.
Già all'inizio degli anni '90, il fisico italiano U. Amaldi intuì l'importanza di usare fasci di particelle nella terapia oncologica, più potenti dei raggi X e gamma. Nacque il progetto TERA e si aprirono nuove speranze di buona sopravvivenza per il malato. Oggi grazie ai nuovi acceleratori, è possibile creare “sottili” fasci di particelle pesanti e raggiungere direttamente il bersaglio, senza danneggiare i tessuti sani circostanti. I parametri coinvolti sono molteplici e di varia natura e richiedono competenze multidisciplinari. Le prime particelle usate sono stati gli ioni di idrogeno (protoni). Ora saranno utilizzati ioni di carbonio, più pesanti e efficaci che richiedono energie molto più elevate. Nel corpo umano, (fatto al 70% di molecole di acqua), per entrare a 20-30 cm di profondità, i protoni devono avere energie dell'ordine di 200-300 MeV (Mega electronVolt). Gli ioni di carbonio per giungere alla stesse profondità devono essere 20 volte più energici. Quindi servono acceleratori più potenti come quello del CNAO. Gli ioni di carbonio prodotti riuscirano a
colpire anche i tumori in profondità e quelli a
ridosso di tessuti ed organi delicati, fragili ed
essenziali, non raggiungibili chirurgicamente o con
altre radiazioni! Il Centro offrirà nuove
speranze a chi non ha ottenuto risultati soddisfacenti
con le altre terapie, a chi ha in gioco occhi,
genitali, spina dorsale, fegato, polmoni.......ma
particolarmente ai bambini che, avendo tessuti
più radiosensibili degli adulti devono essere
maggiormente protetti dai rischi connessi alla odierna
radioterapia.
Bologna,
19/3/2010
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BUON
8 MARZO! |
L’8 marzo è la giornata internazionale della donna. Anche se in un modo ideale questa festa non avrebbe senso di esistere perché l’uguaglianza dovrebbe essere qualcosa di scontato, in molte parti del mondo e in molti settori del lavoro, le discriminazioni sono ancora all’ordine del giorno. E nella scienza? Ecco come risponde il Direttore Generale del CERN. «Nella
giornata della donna manderemo un chiaro messaggio a
tutte le donne interessate alla scienza e alla
ingegneria, per far capire che questi campi sono
aperti anche a loro. Al centro di controllo
del CERN, metà degli ingegneri, che hanno la
responsabilità del funzionamento del
più potente acceleratore del mondo, sono
donne. Negli esperimenti, in tutti i dipartimenti
del CERN, nel settore amministrativo, le donne sono
ampiamente rappresentate. Bologna, 7/3/2010 |
Traffico aereo mondiale e
regionale (M. Cuffiani, G. Giacomelli, R. Giacomelli) |
La
Fig.
1 mostra immagini del traffico
aereo nel mondo, 24 ore ridotte in un minuto.
Ciascun punto giallo è un aereo. Visto dallo
spazio si potrebbe pensare a “sciami di api”. Si
può vedere il nostro pianeta con all’inizio
l'Europa di notte, mentre c’e’ ancora luce
nell’America del Nord: la zona di buio riguarda circa
meta’ shermo centrale; poi arriva il giorno in Europa
e il traffico aereo europeo si fa piu’ intenso. Con
questa visione di 24 ore di voli sui nostri cieli, si
può vedere il cambiamento di luce, ora dopo
ora, via via che il giorno trascorre.
Guardate
come
il
traffico
aereo
si
riduca di notte. Il traffico fra Europa e Stati Uniti,
da sinistra a destra, e’ grande durante la notte
europea, il traffico inverso inizia quando e’
diventato giorno in Europa ed e’ ancora giorno negli
Stati Uniti. Notare anche la striscia di traffico fra
Europa e America del Sud e infine che il traffico
aereo e’ grande anche in molte altre parti del nostro
pianeta. L’ombra notturna si sposta da sinistra a
destra. Si vede anche che il sole non tramonta
completamente nell'estremo Nord. Infine , guardando
dove il sole brilla nell'emisfero Nord, in alto del
video, si può stimare l'ora del giorno.
E' un documento che deve fare
riflettere sul tema dell'inquinamento e, poi, sul
fatto che quando si vola, non si è soli in
cielo...anzi!
La Fig. 2 mostra il traffico regionale aereo nella zona di Zurigo in tempo reale, aggiornato ogni 5 secondi: notare che per ogni aereo e’ indicata la sigla del volo. Osservando durante una giornata si nota che il numero di voli si riduce fortemente di notte. |
Le particelle virtuali spiegate
in 60 secondi (M. Cuffiani, G. Giacomelli, R. Giacomelli) |
“Le
particelle virtuali sono particelle con vita
estremamente breve che non possono essere rivelate
direttamente, ma che influenzano in modo misurabile
alcune quantita’ fisiche, come la massa di una
particella o la forza elettrica fra due particelle
elettricamente cariche. Le particelle virtuali sono un fenomeno puramente quanto-meccanico. Le particelle possono apparire dal nulla -il vuoto- e sparire subito dopo nel vuoto. Oppure possono essere emesse da particelle reali, viaggiare una piccola distanza e sparire appena incontrano un’altra particella. Il principio di indeterminazione di Heisemberg limita la durata della loro effimera esistenza e la distanza che possono percorrere. Le particelle virtuali costituiscono un guaio e una benedizione. Un guaio perche’ la loro presenza causa che i calcoli di un processo apparentemente semplice, come la forza elettrica fra un protone ed un elettrone, diventino molto complicati. Una benedizione perche il loro contributo indiretto a processi subatomici puo’ indicare nuove particelle e forze che eludono la loro osservazione diretta ai nostri acceleratori di alta energia.” Un esempio e’ stata la “misura” indiretta della massa del quark top al LEP del CERN, sottosoglia, ottenuta tramite il contributo indiretto (le “correzioni radiative”) causato dalla grande massa del quark top: ne e’ derivata una “misura” precisa della massa del quark top, che e’ risultata essere in ottimo accordo con la misura diretta sopra soglia effettuata al collisionatore protone-antiprotone di Fermilab. In definitiva una particella virtuale e' una particella che esiste limitatamente, nello spazio e nel tempo, introducendo incertezza nella misura di posizione e quantita' di moto. “Alcuni scienziati hanno misurato i contributi di particelle virtuali alla massa del protone e alla forza attrattiva tra due lastre metalliche. Gli esperimenti hanno anche identificato i contributi virtuali prodotti dal bosone di Higgs, che e’ una particella importante per spiegare l’origine della massa di ogni particella. Crediamo cosi’ non solo che il bosone di Higgs esista, ma sappiamo anche con una certa approssimazione dove possiamo trovarlo." Credit: C.
Dukes, “Symmetry”, Fermilab/SLAC, Ms200
Bologna, 10/1/2010 |