Lo tsunami del 17 luglio 2006 indice: Catastrofico tsunami 

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situazione nel Mediterraneo

Il sistema d'allarme nel Pacifico

Il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) è la sede operativa dello Tsunami Warning System nel Pacifico (PTWS). Ha sede alle Hawaii. Il PTWS si avvale di 150 stazioni sismiche in giro per il mondo e riceve il segnale di circa 100 stazioni che misurano le variazioni del livello marino. Il sistema invia informazioni e messaggi di allerta ai centri autorizzati dei paesi rivieraschi del Pacifico. A fianco del PTWC vi sono altri centri di allerta come quello degli Stati Uniti (West Coast/Alaska Tsunami Warning Center),  quello del Cile (Sistema Nacional de Alarma de Maremotos), del Giappone (a cura della Japan Meteorological Agency) e della Russia (Yuzhno-Sakhalinsk Tsunami Warning Center).

 
Fig. 1: Una sistema di monitoraggio di tsunami in prossimità delle coste dell'Alaska. La boa trasmette ad un  satellite il segnale proveniente da un sistema, posto sul fondo del mare, che registra variazioni di pressione.
(Credit: Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis - NOAA)

Quando le stazioni sismiche della rete registrano un terremoto di magnitudo rilevante, con epicentro nella zona del Pacifico il PTWC viene messo in allerta. Se la magnitudo è compresa fra 6,5  e 7,5 viene emesso un bollettino informativo ai paesi membri. Se invece il sisma ha magnitudo superiore a 7,5, viene inviato un bollettino di allerta che avvisa della possibilità che sia stato generato un maremoto, ed entrano in stato di allarme i paesi raggiungibili dal maremoto nelle prime 6 ore. In situazione di allerta, i dati delle stazioni mareografiche vengono continuamente tenuti sotto controllo. Se i sensori registrano il passaggio del maremoto, viene inviato un bollettino di conferma dell'allarme, e se dall'analisi dei dati che sono trasmessi in tempo reale al PTWC si rileva che il maremoto è transoceanico, il bollettino viene esteso all'intero Pacifico. Lo stato d'allerta perdura fintanto che il pericolo non è cessato.

 

 

 

 

 

 

Fig. 2: Schema di uno strumento DART. Sul fondo marino è collocato un sensore di pressione che comunica con un canale acustico i dati alla boa ad esso associata. La boa a sua volta invia i segnali ai centri di acquisizione dati.
(Credit: Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis - NOAA)

Le boe
Come già accennato, un sistema di allarme tsunami consta di una rete sismica,  per la rilevazione dei terremoti che potenzialmente possono generare un maremoto, e di una rete di stazioni oceanografiche e di un centro di analisi dei dati. Il sistema di monitoraggio marino, oltre che di stazioni installate vicino alla costa, come i mareografi, può anche valersi di stazioni poste in mare aperto. Le stazioni, come il sistema DART (Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis) mostrato nelle figure 1 e 2, sono costituite da un misuratore di pressione idrostatica posto sul fondo dell'oceano e da una boa posta in superficie: ad intervalli temporali definiti il sensore rileva la pressione e per via acustica trasmette il dato alla boa che è collegata con canale satellitare al centro di controllo. Quando viene individuata una condizione di allarme il sistema aumenta la frequenza di campionamento dei dati fino al successivo segnale di cessato allarme.


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