Le causeLe cause che provocano uno tsunami sono diverse. La meno probabile, ma comunque possibile, è l'impatto di un asteroide o di un meteorite in mare, mentre più frequenti sono disturbi di tipo sottomarino: un collasso vulcanico, una frana o un terremoto. Nel caso in cui il fattore scatenante sia un terremoto, la dinamica può essere facilmente schematizzata come in figura 1. Come è ben noto la crosta terrestre è suddivisa in placche (se ne riconoscono una ventina di cui sei sono le maggiori) che sono in continuo movimento. I terremoti più violenti avvengono nelle zone di collisione o convergenza delle placche (figura 2).
Credit: (Nature, vol.433, 27 gennaio 2005)
In figura 1a è rappresentata la subduzione di una placca oceanica (Oceano Indiano) al di sotto di una placca continentale (Burma, appartenente alla grande placca Eurasiatica). La superficie di scorrimento è la faglia su cui ha origine il terremoto. L'azione dello scivolamento della placca oceanica genera una reazione della placca continentale in verso opposto. Tale movimento trasmette un impulso all'acqua e crea una cresta (crest) in corrispondenza dell'innalzamento della crosta stessa e un ventre (trough) in corrispondenza di un suo abbassamento (figura 1b). La cresta e il ventre nel loro insieme rappresentano l'onda di maremoto che è stata appena generata. Essa si propaga in mare aperto con un'altezza di poche decine di centimetri (figura 1c) e con grande lunghezza d'onda, mentre cresce in altezza man mano che si avvicina alla costa (figura 1d). Attenzione: non tutti i terremoti causano maremoti. La faglia deve trovarsi o sotto o vicino al mare e causare uno spostamento verticale su una vasta area. I terremoti con ipocentro poco profondo (fino a 40-50 km) lungo le zone di subduzione sono responsabili dei maggiori tsunami.
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