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Eustachio Manfredi     (continua)

Nel 1702, Marsili incaricò Manfredi della costruzione di un osservatorio astronomico nel suo stesso palazzo, ma, successivamente, fece dono dei suoi strumenti e delle sue collezioni al Senato bolognese e, nel 1714, il nuovo Istituto delle Scienze venne inaugurato in Palazzo Poggi, oggi sede dell'Università di Bologna.

Nello stesso Istituto venne edificata, sotto la guida di Manfredi, una imponente torre astronomica.

Fig. 1: Veduta della Specola da vicolo San Sigismondo, da un particolare di un'incisione di Basoli del 1824.
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Credit: Museo della Specola dell'Università degli Studi di Bologna)

Durante questi anni Manfredi aveva proseguito i suoi studi astronomici.
Si occupò di osservazioni del Sole, notando per primo molte meno macchie solari di quante ne erano state osservate nei decenni precedenti. Questo fenomeno dell'attività solare prende il nome di "minimo di Maunder", dall'astronomo che ne comprese l'importanza solo due secoli più tardi.

Fig. 2: Uno dei dipinti di Donato Creti, recati in omaggio da Marsili a Clemente XI. I dipinti, realizzati sotto la guida di Manfredi, illustrano gli strumenti della Specola e le osservazioni di alcuni oggetti celesti.
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Credit: Gallerie Vaticane, Roma)

Raccolse in una importante opera - De gnomone meridiano Bononiensi ad Divi Petronii - la storia e la descrizione della grande meridiana di San Petronio realizzata da Cassini, nonché tutte le osservazioni effettuate da quando lo strumento era entrato in funzione nel 1655.

Dall'analisi di quasi ottant'anni di osservazioni emerse una progressiva diminuzione di meno di un secondo all'anno dell'obliquità dell'eclittica. Venne, così, rivelato e misurato per la prima volta un processo che, se inalterato, abolirà le stagioni in circa 2000 secoli.

(Eustachio Manfredi - pagina 3 di 4)
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