Gli impianti fotovoltaici autonomi (stand alone) vengono utilizzati prevalentemente nelle zone isolate, nelle quali non è possibile allacciarsi alla rete elettrica. Con questi tipi di impianti l'immagazzinamento dell'energia viene garantito da batterie, con la possibilità di avere corrente in tensione continua di 12, 24, 48 V e, grazie agli inverter, in corrente alternata a 110, 220, 400 V (Fig. 1). L'impianto deve essere
sovradimensionato per poter fornire energia anche in caso di cattivo
tempo o nei periodi invernali.
Gli impianti fotovoltaici grid connected(Fig. 2) sono allacciati alla rete elettrica e funzionano come produttori e/o utilizzatori di energia elettrica: quando l'impianto domestico (o industriale) è in sovrapproduzione di energia (cioè quando riesce a coprire il suo fabbisogno) l'eccesso viene ceduto alla società elettrica, per cui viene immesso in rete e conteggiato con un contatore "a dare" da parte della società elettrica. Nel caso in cui l'impianto non riesca a coprire il fabbisogno di energia elettrica, come ad esempio nelle ore notturne, l'energia per gli utilizzatori viene prelevata dalla rete elettrica con contatore "ad avere". Il Decreto Legge del 28 luglio 2005 (criteri per l'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante "convenzione fotovoltaica") stabilisce che per piccoli impianti di potenza inferiore a 20 kWpicco l'energia elettrica che viene inviata in rete è pagata per 20 anni a 0.445 Euro/kWh (mentre quella prelevata dalla rete è pagata circa 0.15 Euro/kWh).
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