Come si controlla l'elettrosmog e chi se ne occupa?
Si è già detto che gli effetti termici della radiazione (la cui soglia di comparsa si aggira sui 4mW per centimetro quadrato) sono ben conosciuti e facili da evitare. Ma, oggi, si temono effetti difficilmente riconoscibili che potrebbero verificarsi anche a dosi più basse. I danni di questo tipo (non termici o aspecifici) riportati in letteratura sono rari, ma riportano forte eco sulla stampa. Sono quasi sempre patologie di difficile caratterizzazione (dal banale mal di testa alla leucemia, dalla depressione al morbo di Alzheimer, dalla diminuzione della libido all'anoressia, dalla perdita di equilibrio alla oncogenesi in generale). Le forme patologiche più temute sono quelle a manifestazione ritardata, cioè, quelle diagnosticabili solo dopo tempi lunghissimi (anni, decine di anni o generazioni) dall'evento iniziale che le ha provocate. Si parla dei cosiddetti "danni a lungo termine" che si sviluppano solo quando intervengono successive perturbazioni capaci di avviare la formazione atipica. Ciò rende molto difficili e, spesso non significativi, gli studi epidemiologici. Le analisi epidemiologiche, per quanto serie, non possono dare risposte sicure se gli effetti osservati non superano abbondantemente l'errore statistico degli stessi eventi presenti nei gruppi di controllo dove questi eventi fluttuano molto a causa della naturale disomogeneità degli individui della popolazione umana e dei lunghi tempi di osservazione necessari. Sono disponibili studi sperimentali sia "in vitro" che "in vivo", ma restano molte perplessità sulla validità del trasferimento dei risultati all'uomo. Al momento è difficile sia stabilire un vero nesso causa/effetto, sia indicare un reale andamento della curva che indica la risposta in funzione della dose (lineare? ... non lineare? ...). Ciò toglie valore ad eventuali estrapolazioni di andamenti derivati da risultati osservati per dosi alte.
Le difficoltà a livello
delle
ELF
sono già state brevemente introdotte. Per quanto riguarda
radiofrequenzee
microonde
si ha il vantaggio di poter misurare
puntualmente l'energia trasferita al mezzo attraversato e di capire meglio, in
termini chimico-fisici, le rispettive alterazioni energetiche e strutturali
prodotte. Gli effetti di un'esposizione possono essere, quindi, riferiti all'energia media assorbita dal mezzo stesso, espressa normalmente come SAR
(specific absorbed rate, rateo di assorbimento specifico).
Però, a SAR decrescenti, e specialmente per dosi molto basse, le interpretazioni restano sempre
difficili.
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