Elettrosmog: un fenomeno che fa molto discutere
Oggi, fra i vari neologismi di moda troviamo
elettrosmog,
parola usata per l'inquinamento dovuto ai
campi elettromagnetici
prodotti dagli attuali impieghi dell'energia
elettrica.
È stata coniata la voce elettrosmog per assonanza con altri
inquinamenti
dove smog sta per "smoke + fog", anche se in questo caso non c'è né fumo,
né nebbia, perchè si teme il relativo impatto ambientale
e sanitario.
Campi elettrici e magnetici
sono sempre presenti nello spazio circostante a correnti elettriche. Essi non
necessitano di un
mezzo conduttore
per propagarsi, anzi si diffondono "meglio" nel vuoto.
Se le correnti elettriche oscillano, anche i rispettivi campi elettromagnetici
assumono andamenti oscillatori con le caratteristiche delle
onde sinusoidalie
sono indicati anche come
onde o
radiazioni elettromagnetiche
(caratterizzate da
lunghezza d'onda
e
frequenza).
Modulando le
caratteristiche fisiche di queste onde si possono creare segnali che, nel vuoto,
viaggiano alla velocità della luce, e permettono di comunicare a grandi
distanze; ciò spiega il recente proliferare di mezzi e apparecchiature che sfruttano
tali sistemi di telecomunicazione.
Tutte le tecnologie legate all'elettricità proliferano a ritmo
incessante e offrono grandi vantaggi in moltissimi settori della vita umana;
vantaggi spesso soffocati dal forte impatto ambientale
visivo degli elettrodotti e delle
informazioni allarmistiche sui
rischi sanitari.
I dati a questo riguardo non hanno conferma scientifica e mancano di una
reale valutazione di accettabilità.
La popolazione spaventata da tali informazioni, non riesce ad esprimere "giudizi ponderati" e
tanto meno "consensi", in quanto il
problema è spesso complicato dal fatto che i rischi non ricadono direttamente su chi ne riceve i vantaggi
(benefici).
Si auspica che un'informazione più corretta possa far accettare l'idea che ogni
cosa ha un suo costo e che le scelte vanno fatte confrontando "costi" e
"utilità"; cioè valutando rischi e benefici globali.