Giacomo Ciamician (continua)Nel discorso tenuto alla
conferenza di New York, Ciamician, ricordando che la
maggior parte dell'energia che la terra riceve dal sole va sprecata, proponeva
innanzitutto di aumentare notevolmente la
produzione di materia organica vegetale, migliorare le rese delle
industrie di trasformazione ed estendere l'impiego dei materiali di
origine vegetale. In secondo luogo, trasformare le piante in combustibile
gassoso. In terzo luogo, valorizzare la capacità delle piante di produrre
sostanze preziose per l'industria (alcaloidi, glucosidi, essenze, gomme e
coloranti) che altrimenti devono essere ricavate per sintesi dai derivati
del catrame.
Citando i risultati ottenuti a Bologna sulla produzione di
glucosidi indotta artificialmente nelle piante, ricordava che "si può
intervenire direttamente nella vita delle piante e modificare in un certo
senso i processi chimici che in esse si compiono". L'ultimo suggerimento,
riguardava la fotochimica industriale. Secondo Ciamician: "il problema
principale dal punto di vista tecnico era quello di fissare con opportune
reazioni fotochimiche l'energia solare". Occorreva imitare il processo di
assimilazione delle piante e ideare pile basate su processi fotochimici.
Auspicava applicazioni industriali degli effetti chimici della luce
(polimerizzazioni, isomerizzazioni, idrolisi, ossido-riduzioni ecc…),
citava la fotochimica delle materie coloranti e le sue applicazioni in
tintoria.
Anni prima, nel
discorso per l'inaugurazione dell'anno accademico 1903-1904, intitolato "I
problemi chimici del nuovo secolo", Ciamician già sosteneva che la civiltà
moderna non poteva continuare a fare affidamento soltanto sul carbon fossile,
cioè su un'infinitesima parte dell'energia solare immagazzinata dalla terra in
epoche lontane. Occorreva riflettere se non era meglio cercare di imitare le
piante, piuttosto che far loro concorrenza con l'industria chimica. Così,
imparando da loro, con l'aiuto di un catalizzatore e della luce solare, si
sarebbe potuto, secondo Ciamician utilizzare scarichi industriali, come l'anidride carbonica e il vapore
acqueo, per produrre metano e ossigeno che, bruciando, avrebbero restituito in
forma di calore l'energia acquistata dal sole.
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