Gli strumenti radioastronomici
- Il Radiotelescopio
Un radiotelescopio è simile ad un
telescopio ottico. Una grande superficie parabolica raccoglie le onde radio
provenienti da una sorgente celeste e le concentra in un punto chiamato
"Fuoco", qui un secondo specchio riflette il fascio in un fuoco secondario, di
piú facile accesso ove un sistema complesso di "specchi", ricevitori e
amplificatori lo trasforma in un segnale elettrico.
Importanti caratteristiche di un radiotelescopio sono :
Sensibilità = capacità di rivelare
segnali deboli. Aumenta con la superficie di raccolta, cioè proporzionalmente
a D2 (D = Diametro).
Potere di risoluzione = Capacità
di distinguere oggetti vicini. Aumenta con D/lamda (Rapporto fra
Diametro e lunghezza d'onda dell'onda incidente) |
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Fig. 1: La
radiazione elettromagnetica proveniente da un
oggetto celeste viene riflessa nel fuoco primario (a sinistra); se in
questo fuoco viene posto un secondo "specchio" la radiazione giunge nel
fuoco secondario (a destra), dove è più semplice collocare gli strumenti
per rivelarla. |
Le lunghezze d'onda radio sono milioni di volte più lunghe di
quelle ottiche, sono quindi necessari strumenti con diametri estremamente
grandi per ottenere lo stesso potere di risoluzione dei telescopi ottici.
Supponiamo di avere un radiotelescopio che riceve radiazioni elettromagnetiche
alla lunghezza d'onda di 20 cm: se avesse un diametro D=30 m quello che
"vedrebbe" è nell'immagine qui sotto parte (a); con un D=80 m la visione
sarebbe un poco migliore (immagine (b)); solamente con un radio
telescopio di diametro D=1.6 km (immagine (c)) si può ottenere la stessa
capacità risolutiva dell'occhio.
(a) lamda=20
cm; D=30 m;
risoluzione = 30' |
(b) lamda=20 cm;
D=80 m;
risoluzione = 10' |
(c) lamda=20 cm; D=1600 m;
risoluzione = 23''' |
I Radiotelescopi a singola
parabola sono un po' miopi!!! |
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L'Interferometria
Il più semplice interferometro è
costituito da 2 parabole (A e B) connesse con cavi.. Il segnale radioastronomico raggiunge prima la parabola A, poi quella B con un ritardo che
dipende dalla direzione in cui puntano le antenne. Introducendo un ritardo
sul percorso dell'onda dell'antenna A, otterremo segnali in fase all'ingresso
di uno speciale computer, chiamato
"correlatore".
Fig. 2 : Esempio di Interferometro. |
Il Correlatore combina i due segnali (provenienti da A e da B) formando
quella che viene detta "Frangia di interferenza".
In questo caso la capacità di risoluzione non dipende dal diametro
delle parabole, ma dalla loro distanza. Potere risolutivo =
Distanza/lamda
Per aumentare l'acutezza
visiva delle immagini basterà allontanare le parabole
!!!!!!! |
Fig. 3: L'Interferometro Very Large Array, USA. È formato da 27 antenne poste su 3
bracci a forma di Y, la cui massima estensione è 35 km.
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La Risoluzione Angolare a 20 cm è 1"
(Credits: NRAO) |
Fig. 4:
Radiotelescopio di Arecibo Singolo strumento di diametro uguale a 300 m.
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Interferometro a lunghissima base VLBI
Il passo successivo, tecnologicamente molto
sofisticato, è quello dell'interferometria con parabole non fisicamente
connesse. Un insieme di radiotelescopi osserva simultaneamente la stessa
sorgente. Ne registra il segnale su un supporto magnetico insieme con
informazioni sul tempo misurato con accuratissimi orologi atomici. Il
correlatore allinea i segnali registrati, li corregge
per i vari ritardi e per la rotazione della terra e li combina a due a due per
formare la frangia interferometrica. Usando i radiotelescopi indicati in
figura 5 si ottiene un enorme potere di risoluzione come quello necessario a
distinguere un campo di calcio sulla luna!
Un occhio puntato sul cosmo grande come
la terra !!! |
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Fig. 5: I punti indicano la posizione dei radiotelescopi
che possono essere utilizzati per osservazioni VLBI. |
Nel 1997 è stata lanciata nello spazio una parabola orbitante di circa 10
metri di diametro dalla Agenzia Spaziale Giapponese. La parabola ha
sperimentato osservazioni interferometriche con i telescopi terrestri
ottenendo capacità risolutive impensate. Centinaia di sorgenti radio cosmiche
sono state osservate con un dettaglio angolare dell'ordine di 100 micro
secondi d'arco.
È
stato così possibile osservare il nucleo delle galassie al
microscopio !
Fig. 6: Il radiotelescopio giapponese orbitante ha
fatto ossevazioni simultaneamente ai radiotelescopi terrestri. |
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