Breve storia dell'antimateriaL'inizio del ventesimo secolo fu, per la fisica, un periodo particolarmente vivace. Nel 1905 Albert Einstein propose la teoria della relatività ristretta e negli anni '20 i fisici tedeschi Erwin Schrödinger e Werner Heisenberg inventarono la teoria quantistica della fisica. Ma la loro teoria non era relativistica. Nel 1928 il fisico inglese
Paul Dirac risolse il problema proponendo
un'equazione che combinava la teoria quantistica con la relatività
speciale. Dirac successivamente, si pose il problema di che cosa potesse essere l'antiparticella dell'elettrone, e l'idea definitiva che si fece era che per ogni particella dovesse esistere una corrispondente antiparticella, con la stessa massa, ma con carica elettrica opposta. In particolare all'elettrone deve corrispondere un antielettrone, identico all'elettrone, ma con carica elettrica positiva. Nella sua lezione per il premio Nobel, Dirac speculò anche sulla possibile esistenza di un universo nuovo, un universo costituito di antimateria! La fisica, però, è una scienza sperimentale e tutte le predizioni teoriche debbono passare al vaglio di esperimenti. In questo caso, ciò voleva dire che le antiparticelle dovevano essere osservate sperimentalmente.
Nel 1932 il fisico americano Carl David Anderson osservò nei raggi cosmici una particella che si comportava come un elettrone, ma che aveva carica positiva: aveva scoperto la prima antiparticella, l'antielettrone, chiamato anche positrone. Per scoprire l'antiprotone, l'antiparticella del protone, fu
necessario attendere l'avvento di potenti acceleratori di particelle che
accelerano protoni o elettroni fino a raggiungere energie elevate. Negli
anni '50 un acceleratore a Berkeley, in California, raggiunse energie
sufficienti per produrre antiprotoni e antineutroni, che vennero
osservati tramite sofisticati apparati. Recentemente antiatomi di anti-idrogeno (anti-H = anti-p + e+) sono stati prodotti al CERN, decelerando antiprotoni e antielettroni tenendoli "imbottigliati" nel vuoto tramite campi magnetici. L'anti-idrogeno è più difficile da "imbottigliare" perché elettricamente neutro; la maggior parte degli antiidrogeni raggiunge una parete dove annichila con un atomo del mezzo. |