Un esperimento bolognese di 80 anni faIn passato le eclissi hanno rappresentato una buona occasione per condurre determinate osservazioni astronomiche molto importanti per la meccanica celeste – come la determinazione delle posizioni di pianeti e comete che passino molto vicino al sole; ad esempio Le Verrier sospettava che la causa dell'anomalia del perielio di Mercurio (che si spostava nel tempo più di quanto richiesto dalla teoria di Newton) fosse da ricercarsi nella presenza di un pianeta più interno e vicino al sole molto difficile da scoprire in condizioni normali. Per questo durante l'eclisse totale di sole del luglio 1860, e di nuovo durante quella dell'agosto 1969 molti astronomi cercarono il fantomatico Vulcano nel buio del cielo diurno. La conferma sperimentale della curvatura della luce delle stelle fisse affermata dalla teoria della relatività generale in presenza del campo gravitazionale del sole venne dalle osservazioni condotte dalla spedizione sull'isola Principe sotto la guida di Sir A.S. Eddington durante l'eclisse del 29 maggio 1919. Le osservazioni furono ripeture durante una spedizione in Mauritania per l'eclisse totale del 30 giugno 1973. Anche quest'anno un gruppo di astronomi ripeterà questo tipo di misure per migliorare ancora la precisione di questa determinazione.
Non è la prima volta che scienziati bolognesi organizzano una spedizione scientifica al luogo di un'eclisse totale. Per una strana coincidenza la spedizione dell'esperimento Notte nel 2006 si ripete a 80 anni di distanza da quella di Horn D'Arturo famoso astronomo bolognese, nell'Oltregiuba (14 gennaio 1926). Allora si voleva studiare un fenomeno quanto mai strano, le ombre volanti e la cui spiegazione suggerita dall'astronomo bolognese è stata raffinata e confermata dalle successive e più raffinate osservazioni moderne (www.bo.astro.it/universo/sole/storia.htm). The Webweavers: Last modified Fri, 24 Mar 2006 10:18:45 GMT |